domenica 26 settembre 2010

Disillusa agonia di un'attesa.

Le suoi mani le sfiorano i fianchi. Una carezza leggera, tremante, insicura, ricca di speranze. La dolcezza del suo sguardo delicatamente la osserva, timido raggio di sole che entra un mattino da un'anta della finestra e illumina il volto ancora in preda all'incanto del sogno.

Troppe volte è stata ferita e abbandonata nel silenzio di un presente che perde valore e si riempie di ricordi. Troppe volte ha assaporato il sale delle sue lacrime mentre stringeva i pugni e si ripeteva "Rialzati, lotta."

Esitava, e intanto un sorriso malizioso le illuminava gli occhi. Sapeva di poter tenerlo in pugno, ma forse desiderava solo che lui fosse in grado di strappare via quel vestito luminoso, di lavare il suo corpo da apparenze e pregiudizi, di toccare la sua anima, tenerla in pugno, stringerla, possederla.

La musica rimbombava nella piccola stanza, eppure creava silenzio tra due sagome sedute in un angolo. Una voragine si era appena aperta tra di loro. Restava solo da capire se avrebbero avuto il coraggio di tuffarcisi dentro, insieme.

"Afferra la mia mano. Se dovessi per sbaglio cadere da sola non sarei più in grado di ricominciare."
L'illusione è una compagna malignia e crudele. E' un'assassina che cancella le sue prede.

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